13 nov 2025
Dal 69° Congresso Nazionale degli Ingegneri, svoltosi ad Ancona e Macerata dal 13 al 16 ottobre 2025, emerge con forza la necessità di un rinnovamento strutturale della professione, sia sul piano normativo sia su quello operativo. Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e gli Ordini territoriali hanno approvato un Documento Programmatico che definisce le priorità legislative e tecnico-professionali per affrontare le sfide che attendono la categoria nei prossimi anni.
Il Congresso si è svolto in un clima di partecipazione ampia e consapevole, segno di una comunità professionale che si riconosce come attore fondamentale per la crescita del Paese. Al centro del confronto, la riforma degli ordinamenti professionali, il tema dell’equo compenso, la revisione dei parametri per i servizi di ingegneria, il Testo Unico dell’Edilizia, la direttiva europea Case Green e l’introduzione del Fascicolo del Fabbricato. È stato inoltre ribadito il ruolo cruciale degli ingegneri nella sicurezza del territorio e nella transizione energetica.
L’avvio, lo scorso 11 novembre in Commissione Giustizia del Senato, dell’esame del disegno di legge delega per la riforma degli ordinamenti professionali segna un passaggio chiave. Il CNI ha espresso l’intenzione di contribuire attivamente alla stesura dei decreti attuativi, per garantire che la revisione delle norme sia coerente con l’evoluzione della professione. La categoria chiede una definizione più chiara e aggiornata delle competenze dei tre settori dell’ingegneria, mantenendo al contempo la piena tutela dei professionisti formati secondo il vecchio ordinamento.
Un tema centrale è anche quello della laurea abilitante. Gli ingegneri chiedono che l’abilitazione alla professione sia conseguibile direttamente con la laurea magistrale, integrando nel percorso universitario un tirocinio accademico formalmente riconosciuto dagli Ordini. Questo modello, già adottato in altri Paesi, consentirebbe una transizione più rapida e coerente tra formazione e attività professionale.
Il CNI insiste inoltre sulla necessità di garantire che il titolo di “Ingegnere” sia riservato esclusivamente agli iscritti all’Albo, per tutelare la committenza e assicurare che l’utilizzo della qualifica corrisponda a requisiti rigorosi di competenza e responsabilità. Parallelamente, si chiede una riforma della formazione continua che renda l’aggiornamento professionale più aderente alle trasformazioni tecnologiche e ai progressi scientifici in atto.
Un altro fronte aperto riguarda l’organizzazione degli Ordini territoriali. Il CNI chiede che venga definitivamente riconosciuta la loro natura di enti pubblici non economici e che siano alleggeriti da obblighi amministrativi e contabili spesso sproporzionati rispetto alle risorse disponibili. Una semplificazione di questo tipo consentirebbe agli Ordini di concentrarsi maggiormente sulle attività istituzionali e di tutela della professione.
Tra le richieste più rilevanti avanzate dal CNI figura l’aggiornamento del Decreto Parametri, ormai ritenuto non più adeguato rispetto al nuovo Codice dei Contratti Pubblici e al relativo correttivo. L’obiettivo è allineare i corrispettivi dei servizi di ingegneria al valore reale delle prestazioni, evitando ribassi eccessivi che compromettono la qualità dei lavori. Allo stesso tempo, gli ingegneri intendono definire, nell’ambito della Rete delle Professioni Tecniche, nuovi parametri anche per i servizi svolti per i privati, così da garantire la proporzionalità del compenso e il rispetto del principio dell’equo compenso in ogni ambito, compreso quello giudiziario. La categoria chiede inoltre che venga valorizzato il ruolo del Responsabile Unico del Progetto e chiede chiarimenti definitivi sull’adeguamento dei compensi professionali dopo l’incremento del valore delle opere.
Un capitolo particolarmente rilevante del Documento Programmatico riguarda la riforma del Testo Unico dell’Edilizia. Il CNI riconosce che il Decreto Salva Casa, pur introducendo alcune semplificazioni, interviene solo in modo parziale e rischia di aumentare la complessità normativa a causa del principio di “deroga senza abrogare”. Per questo motivo, il Consiglio ritiene non più rinviabile una revisione organica dell’intero impianto normativo, che risulti coerente con le esigenze moderne dell’urbanistica, della rigenerazione urbana e del principio del “costruire sul costruito”.
La categoria guarda con attenzione anche alla direttiva europea Case Green (EPBD 2024/1275), che impone obiettivi ambiziosi di efficientamento energetico degli edifici. Il CNI propone l’istituzione di un tavolo tecnico permanente con il Governo per valutare la fattibilità di un piano nazionale di ristrutturazioni profonde, sottolineando la necessità di integrare negli interventi anche la diagnosi strutturale degli edifici e le attività di prevenzione del rischio sismico.
In questo quadro, il Fascicolo elettronico del Fabbricato assume un ruolo strategico. Il CNI ribadisce la necessità di introdurlo per legge e di renderlo uno strumento obbligatorio e operativo, capace di raccogliere in modo aggiornato tutte le informazioni tecniche, amministrative e autorizzative di un edificio. Questo strumento, secondo gli ingegneri, è fondamentale sia per la sicurezza urbana sia per supportare le attività di manutenzione e rigenerazione.
Il Congresso ha inoltre rilanciato con forza il principio dell’obbligatorietà dell’iscrizione all’Albo per tutti coloro che svolgono attività che rientrano nell’esercizio della professione, anche quando operano nella Pubblica Amministrazione. Solo l’iscrizione, infatti, garantisce il rispetto della deontologia, la qualità delle prestazioni e la copertura assicurativa obbligatoria.
Un’attenzione particolare è stata dedicata anche alla presenza degli ingegneri negli organismi tecnici nazionali, come UNI, CEI, Accredia e Itaca, considerata essenziale per orientare il processo normativo verso standard capaci di tutelare l’interesse del cittadino e della collettività. Il CNI intende inoltre rafforzare il dialogo con enti come Italferr, Ferrovie dello Stato, Autostrade per l’Italia, ANAS e Agenzia del Demanio, con l’obiettivo di favorire la formazione tecnica, lo scambio di competenze e la diffusione di una cultura dell’ingegneria applicata alle infrastrutture e ai servizi pubblici.
Il documento si chiude con un richiamo ai temi dell’etica e della deontologia professionale e con l’impegno a potenziare la formazione dei Consigli di Disciplina, oltre a una comunicazione più diretta e trasparente nei confronti di cittadini, istituzioni e imprese. L’obiettivo è valorizzare il ruolo sociale dell’ingegnere e rendere più visibile il contributo che la professione offre alla sicurezza, allo sviluppo e alla trasformazione del Paese.
24 nov 2025