13 ott 2025
Dal 10 ottobre entra in vigore la Legge 132/2025 che regola l’uso dell’IA nelle professioni tecniche e introduce un nuovo dovere di trasparenza verso il cliente
L’intelligenza artificiale entra ufficialmente nel quadro normativo delle professioni tecniche. Dal 10 ottobre 2025 è in vigore la Legge 132/2025, il primo provvedimento nazionale che disciplina in modo organico la ricerca, lo sviluppo e l’utilizzo dei sistemi e modelli di IA in linea con il Regolamento (UE) 2024/1689.
La nuova normativa stabilisce un principio fondamentale: l’intelligenza artificiale può affiancare il lavoro dei professionisti — architetti, ingegneri, geometri e tecnici — ma non può sostituirne il giudizio e la responsabilità intellettuale. Il cliente deve inoltre essere informato in modo chiaro, preventivo e documentato sul modo in cui questi strumenti vengono impiegati.
Con questa legge si introduce anche un nuovo dovere deontologico di trasparenza, che obbliga i professionisti a dichiarare l’uso dell’IA, segnando una svolta nella relazione tra etica, tecnologia e attività professionale.
La Legge 132/2025 promuove un utilizzo dell’intelligenza artificiale fondato su principi di responsabilità, sicurezza e centralità della persona.
L’obiettivo è conciliare l’innovazione tecnologica con la tutela dei diritti fondamentali e con la sovranità tecnologica nazionale, garantendo che ogni decisione automatizzata resti sotto il controllo umano.
Il testo prevede che l’intelligenza artificiale debba essere uno strumento di supporto e non un soggetto decisionale autonomo. Viene quindi ribadito che il professionista rimane l’unico responsabile del lavoro svolto e delle conseguenze delle proprie scelte tecniche o progettuali.
La nuova legge si fonda su alcuni principi chiave:
Tutti i sistemi di IA dovranno essere “explainable”, cioè spiegabili e comprensibili, permettendo l’intervento umano in ogni fase del processo automatizzato.
Quando l’intelligenza artificiale viene utilizzata per elaborare o diffondere contenuti tecnici o informativi, dovranno essere garantiti obiettività, imparzialità e correttezza.
Il trattamento dei dati dovrà essere lecito e trasparente, e gli utenti avranno il diritto di essere informati sui rischi e sulle modalità d’uso dei sistemi automatizzati, nonché la possibilità di opporsi al trattamento dei propri dati.
La Legge 132/2025 si integra pienamente con il Regolamento (UE) 2024/1689, che rappresenta il quadro normativo europeo sull’intelligenza artificiale.
Il Governo italiano è delegato ad adottare entro dodici mesi uno o più decreti legislativi per:
Il provvedimento, dunque, non introduce nuovi vincoli, ma consolida e coordina l’attuazione nazionale del regolamento europeo, rendendo il sistema più stabile e coerente per professionisti, imprese e pubbliche amministrazioni.
L’articolo 13 della legge è uno dei passaggi più rilevanti. Esso stabilisce che l’intelligenza artificiale può essere impiegata solo come strumento di supporto e non sostitutivo del lavoro intellettuale.
Per architetti, ingegneri, geometri e progettisti, ciò significa che l’IA potrà essere utilizzata per:
Tuttavia, la valutazione tecnica, creativa e decisionale rimane prerogativa del professionista.
Quest’ultimo dovrà inoltre informare il cliente se e come ha utilizzato l’intelligenza artificiale nel proprio lavoro, garantendo che il contributo umano resti prevalente.
Questo nuovo obbligo di trasparenza etica si traduce in un principio cardine della riforma: la tecnologia deve essere un mezzo al servizio dell’uomo, non un sostituto della sua competenza.
La legge prevede che i decreti attuativi introducano:
L’obiettivo è accompagnare la transizione tecnologica con un quadro di garanzie che valorizzi il sapere tecnico e la formazione continua, evitando squilibri tra automazione e lavoro umano.
La Legge 132/2025 rappresenta un punto di equilibrio tra innovazione e tutela della professionalità; il giudizio tecnico, la responsabilità individuale e la trasparenza restano pilastri centrali del lavoro intellettuale.
L’intelligenza artificiale, se utilizzata in modo consapevole e supervisionato, potrà potenziare la qualità del progetto, l’efficienza dei processi e la competitività del sistema tecnico italiano, senza snaturarne l’essenza.
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