30 ott 2025
Da Federcostruzioni e SAIE-Nomisma emergono le priorità del comparto: trasformazione digitale, disponibilità delle materie prime e nuove esigenze dell’abitare
Nel 2024 la filiera delle costruzioni continua a rappresentare una colonna portante dell’economia italiana, con 3,3 milioni di addetti, in aumento di 156.000 unità (+5%) rispetto al 2023, e un valore della produzione pari a 643 miliardi di euro, in lieve calo reale dell’1,7%.
Durante SAIE Bari 2025, le analisi di Federcostruzioni e dell’Osservatorio SAIE-Nomisma hanno delineato lo scenario di un settore che, pur rallentato dall’attenuazione degli incentivi, mantiene prospettive di sviluppo e capacità di adattamento. Le priorità per i prossimi mesi riguardano la trasformazione digitale, la disponibilità delle materie prime, la gestione dei dazi internazionali, le nuove esigenze dell’abitare e il contenimento dei costi energetici.
Nel 2024 si distingue la crescita della filiera della progettazione e dei servizi innovativi, che raggiunge 154,5 miliardi di euro (+7,6%), mentre segnano un rallentamento:
La spinta principale proviene ancora dai cantieri PNRR, in accelerazione in vista della scadenza del 2026. Ad oggi, la spesa complessiva del Piano ha raggiunto 74,3 miliardi di euro, di cui oltre la metà riferibili a interventi connessi al comparto delle costruzioni.
Gli investimenti degli Enti locali risultano in aumento (+16,3%), ma le previsioni per il 2025 indicano una contrazione reale complessiva del -4,6%, e un ridimensionamento del -7% per gli investimenti edilizi, dovuto soprattutto alla riduzione delle aliquote dei bonus fiscali.
Nonostante la frenata, il clima di fiducia mostra segnali di consolidamento.
Secondo i dati SAIE-Nomisma, il 43% delle imprese prevede di chiudere il 2025 con fatturato in aumento, con livelli di ottimismo particolarmente elevati tra i professionisti della progettazione e le imprese del Centro Italia (dove il 71% esprime fiducia alta o molto alta).
I fattori di crescita più citati sono il controllo dei costi delle materie prime e la stabilità della pipeline immobiliare. Al contrario, tra i principali elementi di criticità emergono la fine dei bonus edilizi, l’incertezza normativa e le politiche di dazio, indicate come problematiche dal 60% del campione.
Il 61% delle imprese considera adeguato il proprio portafoglio ordini. Due su cinque prevedono nuove assunzioni entro la fine dell’anno, ma la carenza di manodopera qualificata rimane una sfida strutturale.
Il 65% segnala difficoltà nel reperire operai specializzati, il 44% fatica a trovare ingegneri e il 40% manager tecnici.
Le strategie di risposta più diffuse sono:
Il settore chiede politiche attive del lavoro mirate per evitare ulteriori ritardi nei cantieri e contenere i costi indiretti derivanti dalla scarsità di personale.
Il 72% delle imprese giudica la filiera ancora in ritardo nell’adozione del digitale, frenata da burocrazia e rigidità normative. Tuttavia, il 78% dichiara di investire nella formazione tecnologica, con un picco dell’82% tra gli studi di progettazione.
I vantaggi attesi dall’innovazione sono chiari:
L’introduzione di sistemi costruttivi evoluti e di strumenti BIM consente una maggiore integrazione tra progettazione, direzione lavori e gestione di cantiere.
Chi non investe, invece, rischia di restare indietro a causa di processi disallineati, deficit di competenze digitali e resistenza culturale al cambiamento.
Secondo Federcostruzioni, l’aumento degli addetti e la stabilità del valore della produzione testimoniano la resilienza della filiera, pur in un contesto globale influenzato da tensioni geopolitiche, dazi e volatilità delle materie prime.
Banca d’Italia stima per il 2025 una crescita del PIL dello 0,6%, trainata dagli investimenti pubblici legati al PNRR.
Per ANCE, invece, restano centrali temi strutturali come il sostegno alla domanda abitativa, la prevenzione del rischio idrogeologico e la stabilità delle regole sui bonus edilizi.
Il messaggio condiviso è chiaro: serve una politica industriale di filiera, capace di coniugare innovazione, formazione, semplificazione amministrativa e continuità degli incentivi, per non disperdere il potenziale accumulato in questi anni di crescita straordinaria.