27 ott 2025
Legge di Bilancio 2026: dal 1° luglio stop all’uso per contributi INPS e premi INAIL. La soglia dei ruoli scaduti scende a 50.000 euro. Contrarie Fondazione Inarcassa e Forza Italia
La Legge di Bilancio 2026 introduce un’ulteriore stretta sull’utilizzo dei crediti d’imposta da parte di imprese e professionisti.
L’obiettivo dichiarato è duplice: contrastare l’uso improprio della compensazione di crediti inesistenti e limitare la possibilità di compensare in presenza di debiti scaduti o iscritti a ruolo.
La norma, contenuta nell’articolo 26 del testo bollinato della Legge di Bilancio, entrerà in vigore dal 1° luglio 2026, salvo modifiche in sede parlamentare.
Due sono i punti principali: l’estensione del divieto di compensazione e la riduzione della soglia dei ruoli scaduti.
Il primo comma dell’articolo 26 modifica il DL 39/2024 (convertito nella Legge 67/2024) estendendo il campo d’applicazione del divieto.
Dal 1° luglio 2026, i crediti d’imposta – diversi da quelli derivanti dalla liquidazione delle imposte – non potranno più essere utilizzati in compensazione per il pagamento di:
Oggi tale divieto riguarda solo banche, intermediari finanziari e crediti edilizi. La nuova disposizione lo estende a tutti i soggetti titolari o cessionari di crediti fiscali, includendo quindi anche i professionisti e le imprese che hanno acquistato crediti da bonus edilizi.
Il secondo comma dell’articolo riduce la soglia dei debiti scaduti che impedisce l’utilizzo in compensazione, si passa da 100.000 a 50.000 euro, come previsto dal nuovo articolo 5, comma 7, del D.Lgs. 33/2025.
Il divieto scatterà dunque in presenza di ruoli o accertamenti esecutivi affidati alla riscossione per importi complessivi superiori a 50.000 euro, fino a completa regolarizzazione.
Restano esclusi solo i crediti indicati alle lettere e), f) e g) del comma 2 dell’articolo 17, vale a dire quelli direttamente derivanti dalla liquidazione delle imposte.
Le nuove limitazioni hanno sollevato forti perplessità tra le categorie economiche e professionali, che denunciano il rischio di bloccare liquidità e frenare la ripresa del settore edilizio.
Tra le voci più critiche, quella di Andrea De Maio, Presidente della Fondazione Inarcassa, che ha definito la misura “lesiva dei diritti acquisiti da cittadini, imprese e professionisti”.
Secondo De Maio, il provvedimento rischia di modificare retroattivamente le regole per chi ha operato nel pieno rispetto della legge, minando la certezza del diritto e la fiducia negli strumenti di incentivo.
Il blocco alla compensazione – spiega la Fondazione – incide in modo diretto sulla liquidità di studi tecnici e imprese, che contavano sui crediti per sostenere la propria operatività.
La stretta potrebbe inoltre generare una “crisi di fiducia” nel mercato dei crediti fiscali, già penalizzato da interventi normativi precedenti.
Pur condividendo la necessità di contrastare le compensazioni indebite, Inarcassa chiede controlli mirati e strumenti di verifica efficaci, evitando divieti generalizzati che penalizzano l’intera filiera dell’edilizia e della progettazione tecnica.
La Fondazione ha invitato Governo e Parlamento ad aprire un confronto con le categorie professionali prima dell’approvazione definitiva della norma.
Anche in ambito politico non mancano le critiche.
La deputata Erica Mazzetti (Forza Italia) ha definito la norma “penalizzante per le imprese oneste”, sottolineando che l’impossibilità di compensare contributi INPS e premi INAIL con crediti fiscali legittimi rappresenta “una nuova stretta ingiustificata sui crediti maturati”.
Secondo Mazzetti, la disposizione rischia di colpire anche i soggetti virtuosi, che utilizzano crediti “certi, liquidi ed esigibili” e non presentano pendenze con il fisco.
La deputata segnala inoltre il rischio di nuovi contenziosi legali, poiché la misura interferisce con pianificazioni economico-finanziarie già avviate.
Forza Italia chiede di valutare una revisione immediata della norma, evidenziando che i benefici previsti per l’Erario – stimati in circa 90 milioni di euro annui a regime – dovrebbero derivare dal contrasto alle frodi, non dal blocco generalizzato dell’utilizzo dei crediti legittimi.
Se approvata nella forma attuale, la norma avrà conseguenze rilevanti su tutto il comparto tecnico-edilizio.
Molte imprese e studi professionali, già colpiti dalla riduzione dei bonus fiscali e dal rallentamento del mercato delle cessioni, vedrebbero limitata la possibilità di gestire la propria fiscalità in modo flessibile.
L’impossibilità di compensare crediti con debiti previdenziali e assicurativi rischia di aggravare le tensioni di liquidità e di generare ulteriori ritardi nei pagamenti, proprio in una fase in cui il settore tenta di stabilizzarsi dopo anni di turbolenze normative.
L’auspicio, da parte delle categorie professionali, è che il Governo possa introdurre correttivi e chiarimenti nella fase di discussione parlamentare, bilanciando la lotta alle frodi con la tutela di chi opera in modo regolare.
06 ott 2025