28 lug 2025
Il Governo valuta il riconoscimento dei materiali presenti in cantiere, ma non ancora installati, tra le voci computabili nei SAL antecedenti a novembre 2024. Approvato alla Camera un ordine del giorno.
Una recente iniziativa parlamentare potrebbe segnare un punto di svolta nell’ambito dell’applicazione del Superbonus. La questione riguarda le forniture a piè d’opera, ovvero quei materiali già presenti in cantiere ma non ancora messi in opera, e la loro possibile inclusione negli stati di avanzamento lavori (SAL) ai fini dell’agevolazione fiscale.
Nel dettaglio, un ordine del giorno approvato il 23 luglio alla Camera dei Deputati, a firma dell’on. Erica Mazzetti (Forza Italia), impegna il Governo a valutare misure che possano includere tali forniture nei SAL redatti prima dell’interpretazione restrittiva fornita dal MEF a fine 2024. L’obiettivo: tutelare contribuenti e operatori che hanno agito in buona fede e oggi rischiano il recupero delle somme ottenute con lo sconto in fattura o la cessione del credito.
Secondo la prassi consolidata, il Superbonus consente l’accesso alle opzioni alternative (cessione e sconto) solo dopo il raggiungimento di almeno il 30% dei lavori previsti. Su come calcolare questa soglia, tuttavia, sono emerse numerose incertezze.
Nel novembre 2024, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha chiarito che le forniture a piè d’opera non possono essere incluse nel computo, poiché non rappresentano lavorazioni effettivamente eseguite. Una lettura rigida, che ha suscitato reazioni nel mondo professionale e imprenditoriale.
A disattendere l’interpretazione ministeriale è arrivata, a inizio 2025, la Corte di Giustizia Tributaria di primo grado di Rieti. In una sentenza (n. 18/2025), i giudici hanno stabilito che i materiali già presenti in cantiere possono essere inclusi nei SAL, se adeguatamente documentati e chiaramente destinati all’intervento agevolato.
Nonostante ciò, la giurisprudenza non basta a risolvere una questione interpretativa su scala nazionale. Da qui la necessità di un intervento politico che possa fare chiarezza in modo strutturale.
L’odg firmato dall’on. Mazzetti prende atto delle difficoltà e dei rischi affrontati da molti tecnici e contribuenti: in assenza di un divieto esplicito, molti professionisti hanno ritenuto legittimo inserire le forniture tra le voci dei SAL. Solo successivamente, con l’interpretazione del MEF, sono partite verifiche, accertamenti e azioni di recupero delle agevolazioni, con sanzioni e interessi.
L’ordine del giorno, pur non essendo vincolante, invita il Governo a salvaguardare i SAL redatti prima del novembre 2024, introducendo eventualmente una norma che riconosca la buona fede dei contribuenti e neutralizzi effetti sanzionatori potenzialmente sproporzionati.
Se accolto, l’impegno del Governo potrebbe sfociare in una norma di interpretazione autentica o in una circolare esplicativa dell’Agenzia delle Entrate, che metta fine all’incertezza. L’obiettivo è duplice: garantire la certezza del diritto e tutelare chi ha operato in coerenza con le indicazioni disponibili al momento della redazione dei SAL.
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