02 set 2025
In caso di danni provocati durante lavori di ristrutturazione, chi deve rispondere? A chiarirlo è una recente sentenza del Tribunale che ha riconosciuto la responsabilità del proprietario dell’appartamento sovrastante, condannandolo a un risarcimento di 3.200 euro, oltre a rivalutazione monetaria e interessi, in favore del proprietario dell’immobile sottostante danneggiato.
L’episodio trae origine da una controversia condominiale, nella quale un condomino ha lamentato infiltrazioni e danni strutturali attribuiti ai lavori in corso in un’abitazione soprastante. Dopo gli accertamenti tecnici e istruttori, il giudice ha stabilito che l’unico intervento ritenuto causalmente collegato ai danni fosse quello effettuato all'interno dell'appartamento sovrastante.
Nel corso del giudizio, erano stati chiamati in causa anche il condominio e l’impresa edile incaricata del rifacimento della facciata dell’edificio. Tuttavia, la mancanza di un nesso causale diretto tra tali interventi e i danni lamentati ha portato all’esclusione della loro responsabilità.
Il Tribunale ha ribadito un principio fondamentale del diritto civile: la responsabilità risarcitoria si fonda sulla prova del nesso causale. Questo significa che non basta il semplice sospetto o la concomitanza temporale tra lavori e danni per ottenere un risarcimento. Occorre dimostrare, in modo chiaro e documentato, che le opere abbiano effettivamente causato i danni contestati.
Il giudice ha fatto riferimento all’articolo 2043 del Codice Civile, che stabilisce l’obbligo di risarcimento per chiunque cagioni ad altri un danno ingiusto, dolosamente o colposamente. In ambito edilizio, questo principio si applica ogniqualvolta l’esecuzione di lavori provochi conseguenze dannose ad altri soggetti, siano essi condomini o terzi.
Secondo la sentenza, è il proprietario dell'immobile che commissiona e autorizza i lavori ad essere responsabile per i danni eventualmente causati, qualora si provi che vi sia un collegamento diretto tra l’intervento edilizio e il pregiudizio subito da altri. È quindi irrilevante, ai fini della responsabilità civile, che i lavori siano stati affidati a un'impresa: la responsabilità principale rimane in capo al proprietario.
Nel caso specifico, il giudice ha riconosciuto la fondatezza della domanda di risarcimento limitatamente ai danni derivanti dai lavori nell'appartamento superiore. Di conseguenza, è stato disposto un risarcimento pari alle spese necessarie per ripristinare i danni, a cui si aggiungono interessi e rivalutazione a compensazione del tempo trascorso tra la richiesta e l’effettivo pagamento.
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