Case Green, l’Italia a metà strada verso gli obiettivi 2030
30 giu 2025
Secondo lo studio "La via italiana alla Direttiva Case Green", condotto dal Centro Studi della Fondazione Geometri in collaborazione con CGIA di Mestre e Smart Land, l’Italia ha già raggiunto una riduzione del 9,1% nei consumi energetici degli edifici residenziali, avvicinandosi così all’obiettivo europeo di un calo del 16% entro il 2030.
Il risultato è in larga parte attribuibile agli interventi di efficientamento energetico incentivati da misure come il Superbonus e le altre agevolazioni fiscali attualmente in vigore. Tuttavia, nonostante i progressi compiuti, la condizione generale del patrimonio edilizio nazionale resta critica.
Consumi energetici ed efficienza: il quadro nazionale
L’analisi, basata su dati ufficiali forniti da ENEA, ISTAT e ISPRA, evidenzia che oltre la metà delle abitazioni italiane si colloca ancora nelle classi energetiche meno performanti (F e G). Su 14,8 milioni di edifici residenziali, circa 13,5 milioni risultano stabilmente occupati pur rientrando nelle classi meno efficienti.
La situazione è aggravata dal fatto che il 68% delle abitazioni utilizza ancora fonti fossili per il riscaldamento, mentre il 9% delle famiglie vive in condizioni di povertà energetica. Il report rileva anche che:
- il 17,9% delle famiglie sostiene una spesa energetica elevata rispetto al proprio reddito,
- il 9,9% incontra difficoltà a riscaldare l’abitazione,
- il 17% risiede in immobili con problemi di insalubrità,
- oltre il 20% della popolazione è a rischio povertà.
Investimenti e fabbisogni per il raggiungimento degli obiettivi
Per centrare il target europeo al 2030, sarà necessario riqualificare circa 3 milioni di abitazioni – 505.000 ogni anno – con un investimento stimato di 84,8 miliardi di euro, pari a una media di 28.000 euro per intervento. Una stima analoga è stata formulata anche da Nomisma, che individua in 83,4 miliardi il fabbisogno economico per portare a termine l’intero piano di riqualificazione.
Effetti economici e occupazionali attesi
L’attuazione del piano potrebbe generare un impatto economico complessivo pari a 280 miliardi di euro, distribuiti in:
- 133,7 miliardi di impatto diretto e indiretto sul comparto costruzioni,
- 101,7 miliardi legati all’indotto,
- 102,6 miliardi in termini di valore aggiunto generato.
Dal punto di vista occupazionale, lo studio stima la creazione di circa 1,3 milioni di unità lavorative, con una media annua di 219.000 posti di lavoro. Di questi, 800.000 ricadrebbero direttamente nel settore edilizio, mentre 480.000 riguarderebbero settori collegati.
Benefici ambientali e riduzione delle emissioni
Secondo le stime, gli interventi previsti tra il 2025 e il 2030 potrebbero garantire un risparmio annuo di 4,68 milioni di tonnellate di CO₂, con una riduzione del 9% rispetto alle emissioni generate dal settore residenziale nel 2020. Attualmente, gli edifici rappresentano il 42% del consumo energetico finale nazionale e circa il 18,8% delle emissioni totali di gas serra.
Roadmap al 2050: scenari e investimenti
Lo studio delinea anche due scenari alternativi per il periodo successivo al 2030:
- uno scenario estensivo, con 371 miliardi di euro destinati alla riqualificazione di 13,3 milioni di abitazioni;
- uno scenario selettivo, che prevede 230 miliardi per l’efficientamento di 8,3 milioni di abitazioni stabilmente occupate.
Nel periodo 2030–2035, lo studio stima la necessità di ulteriori 61 miliardi per riqualificare 2,18 milioni di unità, con un risparmio aggiuntivo di 3,37 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno.
Proposte per un’attuazione efficace
Per supportare una transizione energetica sostenibile, lo studio individua quattro ambiti strategici:
- Sostenibilità economica degli interventi, con incentivi modulati in base all’ISEE, priorità alle prime case e l’introduzione di strumenti finanziari e fondi di garanzia dedicati;
- Semplificazione normativa, in particolare per i contesti condominiali complessi, e stabilità del quadro legislativo;
- Innovazione tecnologica e digitalizzazione, promuovendo l’adozione di sistemi smart e la digital twin degli edifici;
- Valorizzazione delle competenze tecniche, mediante sportelli di assistenza, certificazione delle professionalità e percorsi formativi adeguati.
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