10 nov 2025
Ance accoglie con favore le proroghe dei bonus ma denuncia tagli agli investimenti; Confprofessioni critica le limitazioni alla compensazione dei crediti fiscali.
La Legge di Bilancio per il triennio 2026-2028 ha avviato il suo iter parlamentare partendo dal Senato. Il Governo la presenta come una manovra orientata al risanamento dei conti pubblici e alla stabilità macroeconomica, ma il testo ha già generato un ampio dibattito tra le parti sociali, in particolare tra le organizzazioni rappresentative della filiera delle costruzioni e delle professioni tecniche.
L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) esprime una valutazione “positiva ma insufficiente” sulle misure per l’edilizia. Apprezza la proroga al 2026 dei bonus fiscali ordinari – Bonus Ristrutturazioni al 50% per le abitazioni principali e al 36% per le altre, Ecobonus e Sismabonus – ma ritiene tali strumenti non adeguati al raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione del patrimonio edilizio.
L’Associazione chiede un “Piano Casa strutturale”, in grado di sostenere l’offerta abitativa e attrarre investimenti privati. Due le proposte fiscali principali:
Sul fronte della ricostruzione post-sisma, ANCE valuta positivamente la proroga al 2026 del Superbonus 110% per gli immobili danneggiati nel Centro Italia, ma chiede che la norma chiarisca la validità anche per sconto in fattura e cessione del credito. Propone inoltre di estendere la misura a tutte le aree colpite da eventi sismici, come Abruzzo 2009 ed Emilia 2012.
Il mercato delle opere pubbliche continua a beneficiare del sostegno PNRR, ma per l’ANCE il bilancio 2026 risulta negativo, con una riduzione complessiva di 23 milioni di euro e tagli a specifici interventi:
L’Associazione critica il ricorso sistematico alle rimodulazioni di spesa in conto capitale (5,4 miliardi nel triennio 2026-2028), che rischiano di frenare la crescita proprio mentre si esaurisce la spinta del PNRR.
Anche Confprofessioni condivide le preoccupazioni, segnalando il rischio di ritardi di cantiere e interruzioni nel ciclo degli appalti. Chiede inoltre una maggiore integrazione dei liberi professionisti nella pubblica amministrazione, in chiave di sussidiarietà, per snellire la burocrazia e rafforzare la capacità di gestione dei progetti pubblici.
L’ANCE segnala l’assenza di misure per contrastare il caro materiali e propone la proroga al 2026 dei meccanismi di compensazione introdotti dal Decreto Aiuti, stimando un fabbisogno di almeno 2,5 miliardi di euro per coprire gli extracosti e garantire la continuità dei cantieri pubblici e privati.
L’istituzione di un Fondo da 350 milioni di euro per il 2026 destinato alla riduzione dei rischi ambientali è valutata positivamente. Tuttavia, l’ANCE chiede che i decreti attuativi diano priorità agli interventi contro rischi idrogeologici e sismici, e che il fondo venga programmaticamente esteso su base pluriennale, per consentire una pianificazione più stabile e strategica delle opere di prevenzione.
Le critiche più forti arrivano su due articoli della manovra.
L’Art. 26, che limita la compensazione dei crediti d’imposta (diversi da quelli derivanti dalla liquidazione delle imposte) con i debiti contributivi e INAIL, viene giudicato “fortemente negativo” da ANCE.
L’Associazione ne evidenzia l’effetto retroattivo, in vigore dal 1° luglio 2026, e il rischio di colpire i settori a maggiore intensità di manodopera, come l’edilizia. Per ANCE, la norma compromette la capacità delle imprese di mantenere la regolarità contributiva e mette in discussione la sostenibilità finanziaria di molte aziende.
Confprofessioni condivide la critica, sottolineando che il contrasto alle frodi non può tradursi in penalizzazioni generalizzate per i contribuenti onesti. L’associazione difende il principio di equità fiscale: un credito deve essere esigibile con la stessa certezza di un debito.
Infine, Confprofessioni contesta anche l’Art. 129, comma 10, che condiziona il pagamento dei compensi per le prestazioni verso la Pubblica Amministrazione alla regolarità fiscale e contributiva. Una misura giudicata “discriminatoria e sproporzionata”, poiché anche piccole irregolarità potrebbero bloccare pagamenti già dovuti. L’associazione chiede la soppressione della norma e ribadisce il principio dell’equo compenso certo e garantito.
La Manovra 2026-2028, pur contenendo misure di continuità come le proroghe dei bonus edilizi e i fondi per la prevenzione ambientale, lascia emergere un quadro di incertezza per il settore delle costruzioni.
Le associazioni di categoria chiedono risorse aggiuntive, chiarezza normativa e un approccio strutturale per evitare il rallentamento di un comparto che rimane tra i più strategici per la crescita economica del Paese.