12 giu 2025
In un contesto normativo sempre più orientato alla promozione delle fonti rinnovabili, continua a far discutere il ruolo degli enti locali nella regolamentazione degli impianti fotovoltaici, soprattutto su terreni agricoli. Un recente caso risolto dal TAR Campania chiarisce i limiti dell’azione dei Comuni, in una situazione normativa complessa e in evoluzione.
Tutto parte dalla richiesta presentata da una società per realizzare un impianto fotovoltaico da 1,98 megawatt in corrente alternata (MWac) su un terreno agricolo in Campania, attraverso Procedura Abilitativa Semplificata (PAS). Il Comune ha respinto l’istanza, motivando il diniego con due argomentazioni:
Secondo la società, l’area individuata rientrava tra le “aree idonee” ai sensi del D.Lgs. 199/2021, in quanto ubicata entro 300 metri da un’infrastruttura autostradale. Da qui il ricorso.
Con la sentenza n. 881/2025, il TAR Campania ha accolto il ricorso, giudicando illegittime le previsioni regolamentari del Comune che vietavano in modo assoluto l’installazione di impianti fotovoltaici in zona agricola. I giudici hanno chiarito che:
Il TAR ha quindi annullato il provvedimento comunale, ritenendolo in contrasto con la normativa sovraordinata.
Il contenzioso si inserisce in un panorama normativo ancora incerto e frammentato. In particolare:
In risposta all'interrogazione parlamentare del deputato Marco Simiani (PD), la viceministra Vannia Gava ha dichiarato che il Governo è al lavoro per modificare rapidamente il decreto sulle aree idonee. Nel frattempo, il Decreto Infrastrutture ha aggiornato le disposizioni sulle zone di accelerazione, permettendo alle Regioni di procedere senza dover attendere ulteriori interventi centrali.
Inoltre, sempre a maggio 2025, il TAR Lazio ha imposto anche la revisione dell’articolo 5 del Decreto Agricoltura, che vietava in modo assoluto il fotovoltaico a terra su suolo agricolo. Anche questa disposizione è stata ritenuta in contrasto con gli obiettivi europei di decarbonizzazione e quindi da riscrivere.
Il caso conferma che la normativa sull’installazione del fotovoltaico su terreno agricolo è ancora poco chiara, con sovrapposizioni di competenze tra Stato, Regioni e Comuni. La giurisprudenza ribadisce che non è possibile ostacolare lo sviluppo delle rinnovabili con divieti generici o strumenti regolamentari locali.
Il principio di uniformità normativa è essenziale per garantire certezze agli operatori, evitare contenziosi e accelerare il raggiungimento degli obiettivi del PNIEC, del PNRR e di RePowerEU. È ora necessario che il Governo provveda a riscrivere in tempi brevi il quadro regolatorio, garantendo un equilibrio tra tutela del territorio e transizione energetica.
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